L’istruttore di calcio come esempio ‘Positivo’

Tra le molteplici responsabilità dell’istruttore di scuola calcio c’è, forse sopra tutte, quella di assumere sempre e comunque un atteggiamento giusto, pacato, educato ed esemplare. L’istruttore è sempre sotto l’attenta osservazione, e quindi il giudizio, in primis dei suoi allievi, ma anche dei genitori “attaccati alla rete” che seguono gli allenamenti, dei responsabili della società, del pubblico che segue le partite. Il ruolo che egli ricopre è importantissimo: deve essere contemporaneamente istruttore, educatore e confidente (in modo particolare nel periodo dell’adolescenza). Egli dovrebbe essere prima un esperto di problemi di bambini e adolescenti e poi un buon tecnico. Ogni istruttore dovrebbe trasmettere ai propri allievi valori morali quali: amicizia, collaborazione, solidarietà, rispetto e lealtà. Il primo obiettivo è quindi, attraverso il calcio, quello di cercare prima di formare un “piccolo uomo”, facendolo partecipare alla vita del gruppo, educandolo alla civile convivenza con i compagni, facendogli capire il concetto di “squadra”, che si vince e si perde tutti, che si corre e si suda tutti insieme. A livello di scuola calcio, secondo me non esistono forti e deboli: devono giocare tutti, sono tutti uguali e vengono tutti al campo per imparare, perché non si finisce mai di imparare ed ogni seduta di allenamento è un’esperienza nuova anche per me. L’istruttore deve sempre riuscire a trovare la giusta soluzione ad ogni episodio, calcistico e non, sia a favore che contro. Tra le prime regole che impartisco ai miei allievi c’è quella del rispetto: bisogna saper rispettare i compagni, gli avversari e, in partita, l’arbitro in particolar modo. Rispettare i compagni significa incoraggiarli, aiutarli e non riprenderli o insultarli per un loro errore. Rispettare gli avversari significa non commettere gravi scorrettezze, non insultare e non deriderli in caso di vittoria.  Rispettare l’arbitro significa accettare con serenità le sue decisioni poichè tutti possiamo sbagliare. Credo che le proteste servano a poco, in quanto una volta presa una decisione un arbitro non tornerà mai indietro. Personalmente accetto ogni decisione dei direttori di gara ed evito plateali proteste, semmai chiedo, molto pacatamente a fine gara, delucidazioni in  merito a episodi particolari anche se spiego ai miei allievi che ogni partita finisce al 90° ovvero che è inutile recriminare sugli episodi.

Lorenzo Geluardi

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